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13 janvier 2007 6 13 /01 /janvier /2007 00:00

NEL VENTO L'EVENTO

Forse sta avvenendo un cambiamento di piano.

Da un sole malato di fantasia

al sole esorcizzante del mar Rosso:

il bottino catturante di un'avventura,

installata nell'ingresso

non ancora bianco di questo

Millenovecentottantacinquesimo

anno di gelo.

Eccesso invasore in cerca di GRAZIA

che al fronte lancia e lascia tracce.

Ma non é guerra.

Il godimento dell'esposizione si prende cura

del bisogno dell'altro

Nel Segno del mutamento e della probabilità

nell'avventura per contatto

convocata d'urgenza

e si offre al gusto della vulnerabilità

in un rilancio al largo.

Per difendere il pensiero dal RUMORE delle parole

la visione

dalla luminosità del bianco

L'incanto

dallo spazio di luce.

Un buio che corre

verso un bianco più grande.

Un linguaggio al limite-frammentario puo' parlarne

in una traversata del senso

che si riferisca a un progetto

e non a un risultato.

Stratificazioni sfuggenti tra realtà e apparizione

le 'forme' dell'"INTER/PRISE,

in una danza di elementi storici sempre più rarefatti.

Gli attori: i sacerdoti dell'energia gli artisti senza tempo dell'esistenza

dall'eterno presente.

L'azione, mani che sfogliano pagine della favola sonovisiva.

 


Sett. 1985 Inaugurazione dell'Inter/Prise


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13 janvier 2007 6 13 /01 /janvier /2007 00:00

 

"...per filosofare...é necessario...AMORE"

(Dante Alighieri)

 

 

E' il tempo-suggestione

Contro il volo degli uccelli

le Profezie invisibili alla Memoria

Creazione Distruzione

Le avverse schiere della notte

rapinano la polvere del senso

sugli oggetti irreali di una scommessa

Sul limite sono Oscurità e Chiarore

Un ragno turbato regala una tela di lacrime agli sperimentatori

l'affetto primitivo disturba un'ipotesi

Porte tremano un giornalista Inchino

rapsodo responsabile

Inviti di tela rapinano

Giocattoli palloni

Una languida dimensione di malattia

separa e difende l'Inconsolabile

Il terrore della culla

e la dolcezza curiosa della tomba

si sprigionano dai misteri della sua armonia

Un frammento di attesa

Una ferita di filo spinato voluta dagli innocenti

Un attimo di cura esclusiva del sogno

Queste le figure dominanti della possessione

soggiogata alle leggi del Tempo .

Il respiro si fa più lento e va a crearela nube della fiaba

Il sentiero nel bosco prende corpo

Silfidi ed elfi spiano quel che accade

sul fondo dello specchio d'acqua

Le ninfee madri naturali dell'estasi

piegano le corolle per scrutare il loro contrariO

Ancora demente condizione d'amore

Il discorso attinge ancora dalla finzione

La più lirica come emozione

la più inafferrabile come senso

fra tutte le possibili possessioni e corruzioni

Il solitario e' in attesa svelato e svenato

della Prima Visione

compagna della sua attenuata voglia di morte

L'eccezionalità non é propria del nascere

la Contemplazione Prima non é accecante

MA ... Generatrice di nuove sorelle più perfette

non altro che slanci di buio

da una sua figlia

tenebra imperfetta .

poi il tempo del Limbo... ..

l'attesa spasmodica

il Pensiero immobile

indecifrabili geroglifici Sbiaditi punti virgole vibranti

Nubi di sogno incubi diurni coperti da un sottile velo d'amore

E' la cantilenante melodia Del fraS-t-uono

Il varco nella rete

aperto dai bambini sul prato

puo'ancora' ferire

Le Ruote continuano a percorrere una strada......

Infinita...

lo sguardo

delirante immagine della mente ....

riconosce le scintillanti oasi incantatrici

che già una volta lo hanno sedotto e incatenato

nella millenaria notte delle sue Storie

Quelle antiche non arresteranno il suo cammino

ma Nuove già sorgono

per renderne impedito e titubante il passo

Le Vestali del dio Fascino

ostiliamiche delle emanazioni di Fata Morgana

Assumono agli occhi del viaggiatore solitario

le sembianze delle amorose Norne e della Lamia terrificante

Il Tempo

schiavo del colore

Un pensiero che si é fermato

Un grido ideale e silenzioso lo conduce ad Euridice

Dolce fantasmAGORiA del naufragio allucinazioni desertiche

La fiamMa della lanterna avvampa

piegandosi a ben altra magia che non quella della leggenda

La sarabanda si ripete

la subdola psichestesia

assume la maschera del Denso Oblio

Appassionate musiche bazaar imperiali

sguardi dimentichi e dimenticati

ipnotizzano il mitico basilisco

L'aria dolente si consuma

e rinasce come lama sottile e affilata ...

dove... Riposano

Pallideestanche gocce di fuoco

Invisibili e silenziose scivolano nell'abisso arroventato

alla ricerca della fredda lucentezza

preziosi rubini Immobili sorelle scarlatte

Un coro di bambini nel cortile di una scuola

Con voce fresca ed Estraniata

"cinquecento cavalieri con la testa insanguinata

con la spada sguainata indovina..."

Delirio preagonizzante

Pochi brandiranno la Chiave

alle soglie del Regno

tra Stupore e Terrore

L'Enigma della cantilena sarà svelato...

ll VateViandante ritroverà la strada del Ritorno... ..

Se dovessimo perderci.......

Sul lago piove polvere d'antico dalla soffitta

Il mondo sta per essere rapito dal sogno

la sinfonia del silenzio sta tessendo per lui

trapassato dal cielo e dall'inferno le ali del dio

Un soffio al cui tepore il sangue si rivela rumore artigiano

Nel varco aperto nella rete

l'Apparizione metallica e profonda

cicatrici sulle spalle

recenti e remoti graffiti

gli occhi febbricitanti

ancora avidi... un piccolo corpo ...

custode di quel rifugio incantato

Le palpebre si fanno pesanti

cemento armato le sostituisce

lo sguardo é murato vivo

il vento accarezza quelle pareti umane

intacca con la freschezza quel mondo di tenebra

Dà refrigerio agli occhi bruciati dalle lacrime di calce

E' l'incubo del sogno delle stanze strette

dei corridoi infiniti delle torture medioevali

Che vive nel ritmo-respirodel soldato abbandonato

nel forte sconosciuto e labirintico

Nell'agonia dell' avventura finita del viaggio americano

della contemplazione infinita dell'Oriente

Niobidi immortali contro ogni vendetta divina

più visionari ed eterni del moderno DNA

Soffitta sempre disordinatamente magica

gli archi di pietra gli scrigni immaginati

i damaschi dorati come scarabei ingialliti d'oro... di tempo...

aquile impagliate ali spiegate ... ...

gradinimpolverati della porticina proibita...

Sulla finestra d'ardesia dell'abbaino irreale

una minuscola dama incipriata dal tempo

L'ombra delle lunghe ciglia

permette un attimo di vita agli occhi-addormentati-Dominati

Il suon-sorriso vomito diffuso dell'anima

macchia di vecchio il vestito di velluto di Francia

Sulle pareti

umide zone di sangue ultimo stadio del dolore della materia

L'occhio di vetro spioncino cronometrico del tempo relativo

Nella stanza tutto si ammassa in un angolo

L'armatura di cristallo perde le suegemme luce dopo luce

Il pensiero incatenato

dal cui fossato arido

emergono le creature devastatrici del Neutrale inconscio

Novelli Esculapii

visitano al tramonto di ogni illusione

i corpi delle stanze di cielo

trasformate in pietra

mutevoli immagini del senso stregato

pretidi impazzite

Le parole strisciano insinuanti sotto la porta chiusa della paura

Il castello in catene é loro prigioniero

incantato dalla forza del rito

Unico elemento del puzzle universale-nuovo codice

E' questo l'attimo in cui il viaggio impone un reale silenzio

una regale distrazione d'ispirazione

Sull'orlo del temp(i)o la prossima posa della modella della parola

Sul ponte infestato a mezzanotte

dalla pietra marmorea in terra sconsacrata

scende sul trasognato visitatore

la storia irriverente del crudele giullare

L'agonia dell'anagxe

Un abbaglio fatto a pezzi

Dietro le porte chiuse nei damaschi rossi dei vecchi ascensori

Una mano d'acciaio si posa sulla spalla

occhi spiano dal limitare dell'oscurità

Tra le rovine del castello sembra compiersi il prodigio

una salita tra breve assolutamente VERTICALE

una forza di gravità quasi nulla

Lasciarsi scivolare in posizione orizzontale

aggrappati al vento

con la bocca insanguinata dal primo delitto

proseguire in senso inverso con gelido rigore

La scelta si alterna dall'esaltazione da laboratorio

alla ricerca ingobbita dal pendolo del tempo

Nelle sale di scritture sprecate

Le ali leggere e curiose di Tiamat

Sono ora vecchi Aquiloni impolverati nella soffitta irreale

Impalcatura dondolante biancamacchiadell'attesa

calibrato trapezista.

Fili coloratiaccoltidispersi Dall'arcolaio d/'/oppio

I controllori timorosi dell'inespresso

cancellano indispettiti le parole nuove

come disegno infantile su documento ufficiale

Una voce fuori campo

spiega al pubblico gli imbrogli dello spettacolo

Torre e castello in rovina

l'inventore pazzo ha sognato la sfera di luce

animata a singhiozzi dal guizzo d'acqua dolce

una corsa nei viali di zucchero

labirinti golosi di una torta gigantesca

eredità del totem astuto e previdente

Una traccia perduta

un buco nero inesploso

la memoria frantumata di un sogno di Natale

col nastro della morte sul bianco colletto

Sugli spalti merlati

Il fantasma di mezzogiorno

regala ai sensi una fantasia infernale

Il pomeriggio lento entra in punta di piedi con una stella in mano

Soffia su tutti l'ansiosa dolcezza del tempo in cammino

Fuori i palazzi di nebbia

si preparano nottambuli girovaghi

a nuove avventure di stanchezza

alle soglie del sonno degli altri

Manca il palco

L'allucinazione si concede una pausa

Una semplice sequenza

solo un'esigenza della forma

Odori rumori proiettano immagini intoccabili

precedenti al tempo

La fanciulla col capo coperto

e lo specchio tra le mani custodisce lascatola dei dadi

novella dea che offre ai pellegrini le tavole della predizione

fischiettando tutto puo' durare all'infinito

ciechi e distratti passanti...

Scegliete il vostro bastoncino colorato

ancora tutto potete

le sorti son tutte segnate sull'allegro legno

anche il delirio sul lilla più acceso

Ma aspettate

quando avrete fra le mani il vostro nodoso destino

non potrete più barattarlo con maschere e veli compiacenti

Volete provare

Potreste annegare

io non vi faro 'bluffare

Troppi gli audaci per quei bastoncini colorati

Le dita umide e molli lasciano le tracce

Della perquisizione insolente

Soddisfatti giocatori di rango legali perdigiorno del senso

spettatori attoniti punti esclamativi

Le costruzioni ripetitive e stentate dello stimolo

Esibiscono le radici dei Primi indovinelli

Che col gioco della parola corrispondente all'immagine

Bloccano le più felici intuizioni degli ignari volontari del plagio

L'ABBRICAGNOLO in un BATTIBALENO

CAPITOMBOLA sul DAGHERROTIPO

ESTENUATO dalla FATTUCCHIERA GIUGGIOLONA

il suo HOP-là INCARTAPECORITO

diventa LIBECCIO sulle MARIONETTE NICTOLOPE

alla ricerca di OGA e megoga

che al ritmo del PALIMBACCHIO

raccontano QUISQUILIE RACCAPRICCIANTI

mettendo a SOQQUADRO le TROTTOLE UTOPISTE

mitomani VALCHIRIE ZUZZERELLONE

La prima lezione trascorre

insieme allo stridio di gesso sulla lavagna

storie autonome riempiono La parvenza

della forzata vita collettiva

L'investigazione scientifica del genio morfinomane

ricostruisce la Peregrina e automatica scrittura del disgusto

attraverso gli scarabei di colore sulla Tela

Nel grande mercato delle Lettere

il ladro di matite

si perde

in un tentativo triste di rapina al tempo

La sera

la maglietta rovesciata

contro gli incantesimi della notte

Nell'angolo

invisibile al mondo

il sentiero faticoso e confuso

delle precauzioni

che raggelano la paura

Goffi provini d'esistenza sotto gli archi provvisori del reale

distendono il superfluo nel suo abbozzo perfetto

Le dita dello scrivanoburattino

sono mosseabilmentedafili....

Inchiostro sangue maledetto

macchia rete muro invalicabile ingegno usurpato ...

come in un tribunale avveniristico

si discute

democraticamente

sulla sorte dello scriba

restauratore del tempo mitico

Discutono...se..

.l'empietà dell'occultamento... ...

sarebbe stato delitto..meno grave...

di quello

pure inenarrabile

audacemente osato

Un prigioniero che esplora la cella

ed impara ad amarla per poterne volare lontano

"Avvezza il sonno a volare

Il fanciullo sogna una statua

Orrenda

al ciglio di una strada

Che... il volo tenta con le mani"

Le scene primarie

la scrittura

la mente della notte

per le suggestioni del giorno

L'altrametà festeggia un nuovo arrivo

marionette rumori

liberi dal mimo lo affidano alle tenebremaestre

Delatori dell'oscurità

sottomessi ai segreti svelati

In cambio di un posto

Nell'alba......

della quale una prevedibile frode

impedirà l'attesa

Il Vuoto

la dimensione delle appartenenze elementari ed evidenti

la sede illimitata e non occupata dei corpi

la distanza disponibile agli intervalli musicali

l'aumento adeguato ad uno scopo

l'incontro un rigido volatile impagliato

Alchimia Del Tempo e Della Storia

Sul palmo di un'ombra

una stella ancora spenta

respinge l'accorata preghiera di espansione di un giorno

Ed é ancora un palmo

che difende la fiammella tremolante

nella lanterna d'ottone

Al capezzale dell'immortalità

Cosmo allungato

figure sul percorso dei suggerimenti

Nell'era del sospetto

Argento battesimale sparso sulla riva

Vers'Oriente

Salvataggio imperfetto di mano mascherata

scomposto dall'audacia

Grottesco dall'asfodelico asfalto

Accanito retore di CRONico REAto

Un castello di clessidra

La scrittura:

"La carovana dei commedianti si allontana...

Le immagini musicali sono spente

Le cavieda laboratorio scomparse

A lungo é stato dimenticato il sospetto

Il panico é la pacata unità di misura di questi luoghi

Sulla scia di polvere del carro...

Il segreto é l'ambiguo sottosuolo di questi luoghi..."

Sullo sgretolato intonaco dell'alfabeto

Senza reti e senza miracoli

Ombra Ruga Attesa

Vecchia moneta di saggezza fuori corso

Nella mela stregata del mutamento

Sui bicchieri del rinfresco della Prima

Il custode dei tesori celati

Dalla foresta di pietra al sigillo di un cristallo

Oltre quell'ora la paura é dimenticata

Colori turbano sintomi innamorati di sacro

Veloce delirio di silenzio spalanca litanie e carezze

Orrore abitato futuro incantato

Nozze di parole in attesa

luci di panici bianchi

rare leggerezze precipitate

Impazzita torre

I custodi notturni saldano mattutine notizie di paura

Dentro il coraggio l'aria

accogliere le incerte gentilezze dell'ansia in stesure ricopiate

Curiosità vegliano involontarie golosità d'attenzione

finestre dischiuse da tempo ir-responsabile

Sotto il rumore

la curva sapiente del sonno

sprofonda le molli frontiere

invase di dolcezza

Ritorno a scritture di fatica

precedenti il tormento innamorato

Opposto riposo

e sorpassato incontro

L'offerta della lingua

Complice divorata di un sostituto acrobata

mostra un incanto svenduto

e...un'accalorata alleanza rischiara l'angusto sobbalzo

Dettagli indignati congelanol'uguale memoria

E culti marginali spingono verso incantesimi regali di elettricità

Gioia al centro del gioco

Intraprendere il piccolo ignoto sulle allusioni divine

Coraggi inspiegati zampillano rapaci su indicibili misteri

Ripetizioni in ricamo si esercitano su prove di sorriso

sul minuto inarcato

frontiere innocenti ...

l'irresistibile Allarme

Chiudere un'appartenenza ...

é risultato di soavità ...o inqualificabile prontezza ...

ancora uno scambio

vuoto

da regole di mercanti

reso alle leggi della leggerezza

nel vento rumori senza segni sul volto

Nei luoghi tracce da lasciare

luogo senza volto

 

 

 


Salerno,1978

 

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12 janvier 2007 5 12 /01 /janvier /2007 10:58

 A chacun sa réalité/ dans l'hallucination du post-hypnotique
 
 
Plateaux de vide débordent/ Feutres de couleurs flottent/ Doigts furètent le doute
 
 
Dans les pays de la chaleur/ un message s'écoute...
 
 
La réalité s'est écartée de la Création/ a anéanti l'équivoque/ une chose à la fois... a imploré... visible,durable,efficace
 
 
Encore hypnotisée elle a glissé vers le royaume d'"Hallucination"/ tentée par la simultanéité/ sans temps/ sans espace
 
 
Et pour se préparer/ à l'extase/ à l'excès de sens/ elle se donne à exercices de superposition/ avant la grande expérience/ du dernier "guetter"/ du dernier "avouer"/
 
 
Existent/ prophètes de l'événement/ le silence d'un verdict en attente/ les dissimule/
 
 
Acte/ instrument/ matière première d'alchimiste/ phrase/ crayon/ inimitable
 
 
Graffitis enfantins sur certificat officiel/ effet graphique du "consacrer"/ annulation de l'idée d'œuvre/ pas du lien d'amour/
 
 
Décision initiale/ Doute ultime/ Les grandes chambres méditerranéennes/ Ciel et Mare/

Des mains qui paraissent entrer en lévitation/ sur danses d'imagination/ évasée à la mémoire d'une connaissance révolue/
 
 
Sanglots du dire/ vol du bâillon/ sur lèvres aveuglantes/ effet illégitime/ d'une forme excessive
 
 
Le mystère/ banni violemment du réel/ s'électrise en obscénité de lumière/ dans l'ironie insoumise

/ du signe corrupteur/ subtil génie d'exaltation/
 
 Vindicte exigée/ d'une requête récompensée/ qui ridiculise/ une pleine reconnaissance/

Inégalité inconnue/ Objet-Détournement/
 
 
Exhibition à l'outrage/ l'un à la place de l'autre/ dans l'unicité de l'impossible substitution/
 
 
Le non-repos de l'illusionniste/ dévore/ encore une fois/ le crime de la question/ au delà du silence/
 
 
Désir du joug/ voix sans traces/ sans avenir/ en entrelacement d'intermittences/ dans les origines sans défense/ poursuivent/ précisions sans alarme/ règlent désœuvrement sans parole/
 
 
Expulsions de vide/ effacent/ illégitimes intentions/ et/ signalent/ un arc-en-ciel/ à l'enseigne du soupçon/
 
 
Au-delà /de la condescendance d'une réponse/ en supporter/ l'absence/ dans l'énigme/ d'un univers inattendu/
 
 
Inéluctable/ le hasard/ absorbe/ nécessité de vertige/ à la rigueur du diamant/ arbitraire/

vacille/ sublime/ en congé/
 
 
Eloge de l'enchantement/ Refuser chaque commentaire/ extrême jonction/ la mer/ suspicion/
 
 
Quels sont/ les autres noms/ pour la couleur/ tornade/ qui Rit...

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11 janvier 2007 4 11 /01 /janvier /2007 00:00

A ciascuno

La sua realtà

nell'allucinazione del

Post-ipnotico

Vassoi di vuoto straripano

elmetti di colore galleggiano

mani perquisiscono il dubbio

Nelle regioni del calore

un discorso si ascolta...

la realtà

si é isolata dalla creazione

abolendo l'equivoco

una cosa alla volta

ha implorato

visibile

costante

Efficiente

Ancora ipnotizzata

é scivolata

verso il regno

di Allucinazione

attirata dalla simultaneità elettronica

senza tempo e senza spazio

Ma impreparata all'estasi

e all'eccesso di senso

ha ora bisogno

di esercizi di sovrapposizione

prima del grande esperimento

dell'ultimo spiare

dell'ultimo confessare

Esistono profeti dell'evento

Il silenzio di un giudizio

sospeso

li nasconde

Fatto strumento

Materia prima d'alchimista

Frase matita inimitabile

Graffiti infantili

su documento ufficiale

Atto grafico del dedicare

soppressione dell'idea d'opera

non della relazione d'amore

Decisione iniziale

indecisione terminale

grandi camere mediterranee

cielo e mare

Mani

che sembrano entrare in levitazione

danze di fantasia

aperta al ricordo

di una cultura defunta

Singhiozzi del dire

rapina del bavaglio

su labbra accecanti

nell'effetto immorale

di una forma sfrenata

Il segreto

espulso violentemente

dal reale

si riaccende

in oscenità di luce

nella ironia disobbediente

del segno corruttore

scaltro genio di passione

Esatta vendetta

di una domanda

ricompensata

che ridicolizza

un pieno riconoscimento

Inuguaglianza ignota

oggetto sviamento

Esposizione all'oltraggio

l'uno al posto dell'altro

nell'unicità

dell'impossibile

Sostituzione

Il non riposo dell'illusionista

divora ancora una volta

il crimine

della domanda

al di là

della quiete

Nel desiderio del gio(g)o

voci senza traccia

e senza avvenire

in intreccio di intermittenze

nelle origini

senza difese

inseguono precisioni

senza affanno

e regolano inoperosità

senza parola

Espulsioni di vuoto

cancellano

illegittime intenzioni

segnalano l'arcobaleno

all'insegna del sospetto

Oltre un compiacimento

di risposta

.... assecondarne l'assenza

Nell'enigma

di un universo inatteso

Inesorabile il caso assorbe

Necessità di vertigine

rigore del diamante

Arbitraria vacilla

sublime

in congedo

Elogio dell'incanto

Resistere a ogni commento

extrême jonction

il mare sospetto...

Quali gli altri nomi

per il colore

 

Vortice che ride ...

 

 


Roma 1983



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10 janvier 2007 3 10 /01 /janvier /2007 13:10
Una questione di luogo innanzitutto.
Sull'oceano o nella giungla?
Aspetto, su fibre di tele(,)-visioni.

I tuoi sconvolti preliminari di seduzione all'arcobaleno, da una goccia di biancospino sul palco assente, esigono l'allucinazione della paura che mi inventa "parole" d'acque dolci.
Calibrate trapeziste della bianca macchia dell'attesa.
Fili/colorati/accolti/dispersi/dall'arcolaio d'/oppio/
Un sospetto suggerito da una mano mascherata rabbrividisce sulla riduzione cui ti concedi con lo stupore dell'audacia scomposta.
Mentre luoghi panici incantano i custodi dell'allarme.
Ancora dalle cicatrici in muratura escluse dalle ipotesi, si misura il volo; ma oltre la statua dell'energia, si cullano, in attesa, ali nuove.
Il lusso inaudito di un senso di troppo, il lasciapassare, dalle leggerezze precipitate a questi luoghi.
Una 'zingarata' fra il bianco e il nero.
I signori dell'aria in visita alle divinità marine.
Muse alcooliche di opacità e trasparenza nel gioco e nelle festa.
Perdita.
Perdizione.
Predizione.
E' il regno di Aritmos...
Lanterna magica su tetti d'oro di indovinelli ancora ladri su sentieri contrari. Dinanzi allo stupore di una seduzione mancata.
Unità tradita prima di essere amata: rappresentata dalla figura delle figure, ma votata ad assenza di risposta, nel tentativo di rapina al tempo.
Astuzia inebriante nella interfase d'attesa dell'uomo, definitivo, ma in sorpasso sull'ultimo luogo svelato. Esercizio di rotta verso il confine sulla carovana impolverata su una soffitta da sfondare.
Avvento felice in forma di minaccia.
Le ninfee, madri naturali dell'estasi, in sorpasso sul sogno.
Rumorosi colori in confessioni da confondere con l'ammal(i)arsi.
Esplorazione e attraversamento, dal piombo all'oro.
Parole in specchi di colori.
Sciamanici riti in esercizio di alchimia in colore.
Un processo che va dal noto all'ignoto.
Figure affascinate dalla tela con guizzi su prove ed aromi cromatici.
Impadronirsi della tecnica per distruggerla nella visione perfetta del ca(o)s(o)nauta, vagheggiante del non concetto.
Nel non'luogo dell'attesa, queste , le psichestesie che mi rimandano le tue tavole scritte dal colore.
Un prigioiero che esplora la cella/ed impara ad amarla/per poterne volare lontano/
Da "uno spazio definito, limitato" a "uno spazio colorato, senza limiti".
Ambiguità apparenti contraddizioni senza riguardi al senso del tempo corrono verso la pura astrazione cromatica: l'arcobaleno, fenomeno, che come afferma Klee, non appartiene del tutto all'al di qua, ma al regno intermedio terrestre-cosmico dell'atmosfera.
Correggere il mondo col rigore inebriante che vuole accedere all'invalicabile in uno spazio in cui tutto é domanda.
Velocità distratta.
Consapevolezza ossessiva da interfase in una teatralità d'esistenza che vuole ancora appartenere al mondo dellangoscia e dell'urlo, ma con esercizi di variazione e di impedimento, per sconfinare in spazi imprevisti.
Incontro ad un uso liberato dello spazio che concorre a liberare anche il tempo nell'incandescenza di un pensiero terminale.
Verso l'estasi estetica dello stupore, in cui il reale già si presenta come un'imbottitura consunta e in più punti strappata.
Nella disciplina dell'insolenza: il tema del segreto in forma di degenerazione e comunicazione di cio' che si é, oppure...
..."una oscillazione tra il giusto e il falso" in disprezzo del perdersi, perché già nell'infrazione del caos in bisticcio con l'ombra.
Esaltazione di un istante spettacolare, pur se ancora "non vi é cosa che non possa nutrire l'angoscia".
Ma anche filastrocche sbucciate da abbracci ztigani in corsa sul porto...
passeri da strada su rugiade di memoria...
ariosità violente in strati di materia...
mentre
...il mago del viola aspetta al largo...

Sul limite che intravedi sono oscurità e chiarore a un soffio da cio' che non si fa toccare.
Attingi da allusioni completamente rinnovate con la purezza dello scandalo della tua duplice esigenza.
Nel rifiuto appassionato di scegliere tra parola e colore.

Anche io cercavo, soppesavo, quando...mari di latte agitati mi hanno urtato col sorriso; allora ti ho chiesto, quale, la possibile alleanza nel pensiero tra il colore e la paola...
Tu mi hai risposto: Calore pallore...
Io immaginavo una totalità inebriata lontana da sé dopo essersi ascoltata...
Forse salto un passaggio...
Posso seguire tra i tuoi pastelli un sentiero che non so se ho dimenticato...


estratto da "Calore Pallore" Ed. Ripostes 1984

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1 janvier 2007 1 01 /01 /janvier /2007 13:08
 

Un instant de contretemps , fréquence continue de "la voix de fin silence"...

 

Comment dire: rien n'est plus certain que l'incertitude...

 

Semble-t-il que l'époque actuelle soit en train de ré - évoquer le chaos, mais

 

espérons le , pour le revivre à la lumière de la conscience!?

 

En fait l'humanité se trouve à vivre un quotidien qui s'étale dans des espaces

 

entièrement opposés, et qui symbolise un passage culturel, sociale et politique,

 

de la séparation spécialisée à la multiplicité.

 

Il est donc vital et urgent poser la nécessité d'une révolution de pensée, qui ferait

 

advenir une pensée complexe, capable d'associer ce qui est disjoint

 

et de concevoir la multidimensionnalité de toute réalité anthroposociale.

 

Pour rompre avec les aveuglements et carences d'une pensée simplifiante qui ne

 

sait que disjoindre et réduire, mutiler et ravager tous les secteurs de la

 

connaissance et de l'action. Et, ce besoin de complexité qui a commencé à se

 

faire ressentir dans les sciences avancées et dans les arts doit impérativement

 

mener sa bataille sur le plan de la pensée sociologique et politique. Vers une

 

nouvelle structure de pensée qui commence à essayer d'inclure

 

Dans toute observation l'auto-observation , dans tout examen l'auto-examen, et à

 

introduire dans toute connaissance la volonté d'auto-connaissance du connaissant

 

Une idée vieille comme la philosophie. Et qui doit nous aider à nous décentrer

 

sans cesse, à nous dépasser, à reconnaître en permanence les limites aveugles

 

inhérentes à toute pensée. Selon des concepts établis sur la mutation plutt que

 

sur la fixité, sur la probabilité plutt que sur la certitude.

 

Pour déceler la relativité de la vérité.

 

"On ne réalise pas que les idées - qui sont désormais des intermédiaires

 

nécessaires pour communiquer avec la réalité - vont aussi masquer la réalité et

 

faire prendre l'idée pour le réel. Ce rapport barbare avec les idées

 

est l'une des plus atroces choses qui soient arrivées à l'humanité. Pourquoi?

 

Parce que, de même que les communautés humaines ont suscité des dieux

 

souvent terribles , exigeant des sacrifices humains innombrables, on donne

 

aujourd'hui une existence, une transcendance à nos idées. On est capables de

 

tuer ou de mourir pour une idée. Voilà donc à quoi ressemble cette sorte de

 

sphère qui a émergé."(Edgar Morin)

 

...la régulation doit venir des deux ctés , d'une part de la société, d'autre part de

 

notre capacité individuelle d'examen et d'autocritique.

 

Cela suppose une très grande réforme de l'enseignement, dès les petites classes,

 

qui apprendrait à se connaître soi-même

 

...pratiquer une hygiène de l'esprit , s'auto-observer, réfléchir sur le rle de la

 

civilisation,créer les barrières qui empêchent le déchaînement.; l'une des grandes

 

carences d'aujourd'hui est qu'on a relégué dans la littérature ce qu'on appelle

 

l'introspection...

 

Nous sommes devant un problème très ambigu: nous ne pouvons

 

pas espérer un règne souverain de la pure logique...

 

Il ne faut pas oublier que nous portons en nous les premières cellules qui sont

 

apparues sur la terre , car c'est du produit de leur multiplication que sont issus

 

tous les êtres vivants, dont nous mêmes.

 

Si l'on veut que la complexité existe sur le plan humain, avec le minimum de

 

coercition, on ne peut s'appuyer que sur le sentiment de solidarité et de

 

communauté en chacun des membres.

 

Sans cela c'est la destruction.

 

A ces problèmes fondamentaux il faut répondre par la nécessité d'une circulation

 

entre les connaissances.

 

La possibilité d'assumer ces circulations c'est ce qu'on appelle la culture.

 

Qu'est-ce qu'était la culture au sens classique du terme? Les cultivés non

 

seulement se nourrissaient de philosophie, de littérature, de poésie, de

 

beaux-arts, mais surtout essayaient de les intégrer dans leur vie.

 

Autrement dit,

 

il s'agit d'intégrer dans notre vie et dans notre pensée des idées ou des

 

connaissances sur l'homme, la nature et la société. Certes, on ne peut pas tout

 

avoir dans sa tête , mais on peut circuler dans le savoir. Faire uvre de culture,

 

c'est donner au citoyen la capacité de briser , de transgresser les frontières et les

 

compartiments de plus en plus clos entre les différents domaines du savoir.

 

Eduquer , c'est conduire hors de soi.

 

Et encore, à qui pourrait interloquer que l'art pourrait nous amener à une forme

 

d'égocentrisme accéléré, donc de soi-disant narcissisme on peu peut répondre

 

avec Lou Andreas-Salomé laquelle a bien montré que le concept psychanalytique

 

de narcissisme n'était pas égocentrique, ou encore qui ne se réduisait pas à un

 

investissement de la libido sur le moi, mais qu'il s'élargissait dans une dimension

 

macrocosmique .

 

Et pour cela elle rappelle que le Narcisse du mythe

 

ne se contemple pas dans un miroir artificiel , mais bien dans celui de la nature.

 

Ainsi ce qui est important c'est "notre propre enracinement dans l'état originaire

 

auquel nous restons incorporés, tout en nous détachant , comme la plante reste

 

attachée à la terre, bien qu'elle s'en éloigne dans sa croissance vers la lumière",

 

ce qui revient à aller "plus loin que soi même, ne pas être un obstacle à soi-même

 

en tant que moi dans les retrouvailles heureuses avec l'état originaire, encore

 

étranger en moi"

 

Mais le problème ne doit pas être posé seulement au niveau des proclamations et

 

des programmes, mais à celui de la structure de pensée sous-jacente , qui

 

commande à la fois la vision du monde, de l'homme, de la société, de la politique.

 

Pour concevoir la complémentarité de ce qui semble seulement antagoniste et

 

l'antagonisme dans ce qui paraît seulement complémentaire. Et comme le dit

 

encore Morin, tout ça ne peut être tranché,

 

réglé, par simple décret: "Cela nous montre que nous avons besoin d'une nouvelle

 

méthode de pensée, plus riche et complexe que les méthodes encore souveraines

 

aujourd'hui , qui ne savent que disjoindre et réduire".

 

Commencer donc à réfléchir sur la communication, vers une sorte de

 

métacommunication qui puisse nous rendre avisés sur la complexité foncière de

 

tout ce qui a double ou triple niveau/tiroir/fond d' interprétation..

 

.de la réalité...en somme...

 

Désambiguïser l'événement comporte souvent des grandes dérives...comme celle

 

qui vit l'humanité en ce moment même... Guerres, pauvretés, pestilences,

 

richesses bien-être, surplus ... La planète même , dans

 

sa répartition, semble avoir choisi un manichéisme aveugle et aveuglant.

 

Et alors, comment ré-apprendre à penser, d'une façon humaine la moins

 

trompeuse , la moins égoïste, surtout?

 

Peut-être, avec le sentiment urgent de la nécessité de ré- veiller en émergence

 

l'humanité en chacun.

 

En commençant pour constituer des îlots de recherche où l'on s'efforcerait

 

d'élaborer les principes d'une pensée non mutilée/non mutilante, et, d'une façon ,

 

comme si le tout , ne dépendait que de nous mêmes.

 

En premier lieu, considérer et accepter la fragilité de l'identité et réfléchir sur le

 

concept de réalité pré - individuelle .

 

Essayer d'équilibre une certaine radicalité ontologique avec une certaine précision

 

de la pensée politique.

 

Travailler sur un langage , qui dans son essentialité n'abandonne pas le réel, mais

 

qui au contraire puisse arriver à ré-écrire une réalité en pleine syntonie avec son

 

sens.

 

L'art comme formulation d'une nouvelle pensée, d'un nouveau langage, vers une

 

conception plus spirituelle de l'humain. Parce que c'est sur l'esprit le grand pari: il

 

est indestructible et seule la poésie peut sauver l'homme, même dans l'impossible.

 

Aristote disait:" Pour penser il faut être dans un état d'étonnement total".

 

Un étonnement à puiser continuellement dans la magie cachée du réel qui se

 

trouve dans l'abondance et la pluralité infinie des choses qui sont chacune unique,

 

une singularité qui finalement aucun être humain ne pourra jamais maîtriser tout à

 

fait, ni inventorier complètement. C'est cette-ci l'importance de la prise de

 

conscience vertigineuse du devenir humain. Dans un cosmopolitisme des idées et

 

des connaissances diverses, se métamorphoser dans la multiplicité de ses

 

potentialités, même pour se soustraire à un contrle institutionnel, toujours plus

 

envahissant; pour que les contrleurs mêmes puissent arriver à se soustraire à

 

leur propre contrle, en aboutissant à une nouvelle façon de se regarder,comme

 

un nouveau Narcisse, (toujours selon l'interprétation très éloquente de Lou

 

Salomé ), quise regarde dans un miroir d'eau naturel et qui s'identifie avec la

 

nature et avec ce qui l'entoure, dans une profonde conscience du 'soi'...

 

On a profité de ce moment de rencontre pour lancer un appel nécessaire et urgent

 

;parce que si c'est vrai qu'il n'y a pas de progression des libertés dites réelles ,

 

dans la perte des libertés dites formelles on ne discute, malheureusement pas

 

assez sur les thèmes de l' art, de la culture, de l'éducation, parce que, à tort, mais

 

heureusement pas par tout le monde, ils sont des thèmes considérés peut-être

 

secondaires ou tout au plus, comme des épiphénomènes:

 

C'est vrai, la situation est grave, et c'est pour ça qui sont justes et nécessaires

 

ces types de débat et ces moments de réflexion; mais , à cause de quoi tout ça

 

arrive? Il faut essayer d'aller à la racine des choses ...Peut-être parce que on a

 

oublié quelque chose d'essentiel ?: notre esprit.?

 

Pour ça , on croit que le premier acte d'insoumission soit une réflexion ponctuelle

 

justement sur ces thèmes-là. La barbarie se produit à cause de la spécialisation

 

des "savoirs" de plus en plus techniques Une sociologie qui ne voit dans une

 

société que des processus de production et d'organisatione est ainsi

 

aveugle à la réalité des individus , et bien sûr à la conscience , la subjectivité , le

 

sentiment, l'amour , le jeu , la plaisanterie, l'humour.

 

La vraie insoumission c'est une nouvelle façon d'entendre les choses, plus

 

spirituelle (en tous les sens!) Et plus solidaire, cultivée, fraternelle. En étant

 

capables de penser qu'il y a une communauté beaucoup plus ancienne et élargie

 

que celle de ma nation: une communauté proprement humaine, terrienne...

 

Chercher ensemble nouvelles voies...

 

L'ouverture à soi et l'ouverture à l'autre sont effectivement deux faces de la même

 

médaille Il s'agit d'une nouvelle lutte initiale. Il s'agit d'envisager une nouvelle

 

naissance liée à la naissance de l'encore inexistante et potentielle humanité. On

 

est encore à la préhistoire de l'organisation sociale, à la préhistoire de l'esprit

 

humain, l'âge de fer planétaire , comme le dit Edgar Morin.. Parce que une pensée

 

qui reconnaisse l'importance clé du problème de l'erreur , la fragilité de la vérité, le

 

mystère du mythe , la multidimensionnalité du réel ,l'extrême complexité des

 

choses humaines, l'aventure du devenir, sera une pensée complexe. Pour une

 

autre politique il faut une autre pensée.. Vers l'interdisciplinarité...

 

" Atteindre la deuxième naissance, celle parolière, après la naissance biologique ..."(Valéry)

 

Disait Wittegestein:" Ouvrez des écoles, vous fermerez des prisons."

 

Mais, quel langage, quelles écoles, justement?

 

Et d'abord, c'est à chacun de commencer à commencer ne serait-ce qu'avec lui

 

même. Savoir déjà qu'il n'y a pas de formule, pas de recette. Tout peut commencer

 

d'on ne sait où, tout doit commencer de partout , par plusieurs bouts, il faut que

 

plusieurs commencements s'opèrent ensemble, se synchronisent , se synergisent,

 

fassent tourbillon...

 

Parce que la vraie liberté naît de la culture, d'un esprit solide capable de réfléchir

 

sur lui même et de mettre en discussion à chaque instant le peu de certitude qu'il

 

croit posséder.


"Forum sur la désobéissance", CIPC Voltaire, Paris,9 déc.2001

 

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29 décembre 2006 5 29 /12 /décembre /2006 13:46

EXTREME JONCTION

..."ni ceci ni cela ( neti , neti )"*
invisible inconcevable inimaginable indescriptible
immanent transcendant
conscience indivise
Unité " cosmothéandrique "
au-delà… du langage * *
Depuis le commencement
dans toute la création
en chaque conscience humaine
révélée et cachée...
Suivre enrouler ... " le fil d'or " ... * * *
aller au-delà… du signe
à travers l'imagination
concrète
symbolique
intuitive
Philosophia perennis :
attendre
pour atteindre
le "quatrième état" * * * *
à travers la métanoïa * * * * *
Dans un nuage d' "Inconnaissance"
l'Un au-delà… du multiple
Serviteur(s) Souffrant(s) d'une Évidence Implicite

* 'Brihadaranyaka Upanishad' 2, 3, 6,
* * "nous nous servons des mots pour aller au-delà des mots et atteindre l'essence sans parole" (proverbe bouddhiste)
* * * d'un poème de William Blake : "Je vous donne l'extrémité d'un fil d'or , suivez-le, enroulez-le, et il vous guidera jusqu'à la porte du Paradis, ouverte dans le mur de Jérusalem"
* * * * " turiya ", l'état au-delà du corps et de l'esprit, où l'homme s'éveille à son être véritable, où il découvre son Terrain d'origine,
non pas dans l'inconscience , mais ici en pleine conscience.
Au-delà de la veille, du rêve et du sommeil profond , l'état du Soi éveillé dans lequel l'homme trouve la connaissance du Soi .
Au-delà du physique, du mental, dans l'état d' "ananda" , celui de la béatitude consciente. (Chandogya Upanishad)
* * * * * passage de la connaissance rationnelle à la sagesse intuitive


Paris, le 9 juin 2003
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22 décembre 2006 5 22 /12 /décembre /2006 11:15

Manifeste/Antimanifeste/Cyberethnodada N.2¤ Intémoignable/Interminable/Insupportable ... Eutopie

d’une Extrême Jonction*

 

"La philosophie ne sert à rien, dirais tu;

mais sache que justement car privée de tout lien

de servitude elle est le savoir le plus noble."

(Aristote)

 

 

"Nous pouvons être libres

seulement si tout le monde l’est."

(Hegel)

 

 

"L’heure du crime ne sonne pas en même temps pour tous les peuples.

Ainsi s’explique la permanence de l’histoire."

(Cioran)

 

 

"La poésie doit être faite par tous,

non par un."

(Lautréamont)


 

 

Trouver accès à l’insurpassable ...

Réintégrant le transfini à partir du fini...

Pensant, par concepts comme le philosophe, par fonctions comme le scientifique, et aussi, surtout... par sensations... affects, intercept (s), comme ... l’artiste... le poète...

Pour marcher vers la r-évolution...Dans cette zone fiévreuse d'indiscernabilité... incessamment, trans/former/ l’in/form/ation...

 

Un ruissellement impossible à endiguer par les frontières et les vieux codes d’appartenance de la pensée logique/analytique.

Ces trajectoires de formes métamorphiques, profondément conscientes des préjugés culturels, rendant progressivement inutilisables les structures, désormais obsolètes, qui prétendent pouvoir décrire les mécanismes opérationnels du monde, stimulent intensément l’effort créatif, et suggèrent... subtiles et insaisissables... a/ventures... d’êtres pré/liminaires...

Qui osent se dresser contre toutes les évidences du jour...

Sur une voie apophatique qui produit son propre antidote libérateur aux contraintes des parois positivistes, opaques et infranchissables, de la vision ordinaire des choses...

En décembre 2001, cent hommes de science contemporains, Prix Nobel, ont participé au "Peace Prize Centennial Symposium" et ont fait une déclaration. "Le danger le plus profond pour la paix dans le monde dans les prochaines années", ont ils dit, "ne résultera pas d’actes irrationnels d’états ou d’individus mais des questions légitimes des évincés du monde... Si nous permettions à la puissance dévastatrice des armes de se répandre à travers ce paysage humain inflammable, nous déclencherions une conflagration qui pourrait emporter (engloutir) soit riches que pauvres". Les chercheurs ont conclu: "Pour survivre dans le monde que nous avons transformé, nous devons apprendre à penser d’une manière nouvelle".

Irremplaçable alors le geste évolutif de fusionner les droits humains : l’"Habeas corpus", à la reconnaissance et à la protection de la conscience individuelle dans toutes ses formes : l’"Habeas animam".

Précisément tenté par cette nécessité, assisté par l’Ange du retournement et escorté par l’originaire intuition d’un horizon cosmologique à atteindre - absolument - notre groupe * s’est attribué, en tant que problème poïétique, l’ouvrage existentiel d’étreindre, dans l’espace de sa destinée singulière et commune, la pratique - de l’extrême jonction - ...

...Entre... le souci du soi et la déprise de soi ; entre une philosophie de la conscience et une philosophie de la création; entre l’individuel et le collectif; entre la révolte et la révolution; entre la subjectivation et la désubjectivation; entre le social et le politique; entre une principe individuel et personnel et un principe impersonnel, non-individuel ; entre la fatalité d’enfermement et d’égarement et un ailleurs virtuellement paradisiaque ; entre un virtuel et un actuel; entre le singulier et l’universel... entre l’envers et l’endroit ; entre l’intérieur et l’extérieur; entre l’animus et l’anima; entre la solitude et la ré-union; entre le silence et le langage; entre l’ouvert ... et le dehors ... entre le dépli ... et le surpli.

Entre le ruban de Möbius et le labyrinthe...

Encore et enfin, entre entendement analogique/synthétique et jugement logique/analytique...

Vers... une ré-flexion en spirale qui, inexhaustible, s’é-lève sur elle-même; s’étend dans un lointain propice; trouble et dé-compose les évidences jusqu’à frôler l'esprit profond... de la complexité...

A travers un dia-logue étendu, une intention/en tension , une impensabilité ininterrompue...

Dans l'espérance d’une parole de surgissement, d’élargissement, d’imprévu...

Une parole poétique qui découvre en cherchant...

Pour ne pas abdiquer, pensée après pensée...

Alors, de la page écrite à la ré-union du collectif, de la manif à l’atelier... continuer à se questionner en se promenant ...interrogarsi camminando... Sans jamais se résigner à accepter l'ambivalence inéludable des choses... mais plutôt s’entraîner à des jonctions - sans soustractions - pour survenir à des symphonies qui amènent à l’intro-communication, l’intro-action , l’intro-connexion ... des extrêmes...

Enquêter, sonder, s’interroger - infatigables - en agissements résistants... Aux séparations, aux antagonismes, aux fragmentations, qui, de façon opiniâtre et avec un regard qui ne fait qu’interroger un extérieur, encore persistent à manœuvrer les relations très complexes entre science, culture, société. Bâillonnées par des interdits psychologiques et limitées en un artifice arbitraire.

Pari audacieux du discours poétique... bâtisseur d’espace, guetteur du réel caché...

Il y a là quelque chose qui passe au delà de toute considération de "l’art pour l’art" ou de "l’art pour la beauté", quelque chose qui embrasse et réconcilie, encore une fois, les deux tendances et leur opposition. Un élargissement qui pressente sans trêve d’autres présences, d’autres ir-réalisés plus arcanes ou intimes, un devenir qui est en quête d'une âme derrière les choses et les êtres, l’esprit et ses pouvoirs, et qui pourrait être le lieu inépuisable d’un art encore plus emblématique, pénétrant ...Une aperception commune en échange continuel. C’est à dire esthétique, spirituel, social... L’affaire de tous, donc, l’activité pro-ductive - poïétique - par excellence... l’engagement le plus haut, quand il est authentique....

Dans un champ d’in/form/ations actives, finement et finalement entrelacées .Où des singularités se manifestent parce que cela fait sens pour elles, parce que cela les constitue individuellement ou collectivement. Pour ouvrir le champ de la pensée hors de la société du travail et de la production, renforçant la disposition au don et à la gratuité, vers une économie au service de la culture et de la réalisation du soi...

Des êtres, Pré-liminaires, en cette préhistoire de société à venir... Qui défient la logique et ouvrent la voie à la pensée analogique ...

Conscients que le devoir fondamental de l'humain soit celui d'agir en sorte que tout un chacun, sans exception, puisse vivre son unicité, dans le plein développement de la Con-naissance...

Conciliant la réalisation de sa propre auto-création avec celle des autres...

Un savoir du multiple et de la possibilité inouïe, de la métamorphose, d’un infiniment ouvert, inscrit depuis toujours dans notre même corps, et dans lequel enfin trouver demeure...

Emetteurs-récepteurs-transformateurs, qui n’ont pas fait des compromis avec l'histoire, avec son idée d’ordre et de désordre, de séparation et de ségrégation; appelés à dé-voiler les caractéristiques les plus secrètes de l’être... A construire, plutôt mettant en commun...

En étant éveillé -à tout moment - à notre penser, à notre sentir; au delà du seuil des accumulations et des conditionnements...

Non pas pour obtenir mais, par contre, pour ré-dé-couvrir et re-con-naître...

Un lointain tellement proche... Si seulement on arrivait à le com-prendre... Et se dé-prendre du ne pas tellement inconscient modèle dualiste et linéaire.

Certains affirment: "La pensée ne peut être révolutionnaire qu’à condition que les acteurs des luttes puissent se l’approprier"... On est d’accord ; mais on ajouterait que, pour être vraiment r-évolutionnaire, plus on "se" sollicite parce que un langage devient davantage riche, polysémique, presque poétique, plus on aura des chances à parvenir à la com-préhension de la complexité que nous sommes nous mêmes... pauvres, militants, artistes. Et ainsi constater le pouvoir que peut avoir l'in/form/ation de triompher face à la force pure et de ramener l'autorité du savoir, justement, à la condition poétique de toute transmission de parole.

Puisque, comme l’affirme Jacques Rancière: "Il n'y a pas d'ignorant qui ne sache une multitude de choses et c'est sur ce savoir, sur cette capacité en acte que tout enseignement doit se fonder. Instruire peut donc signifier deux choses exactement opposées: confirmer une incapacité dans l'acte même qui prétend la réduire ou à l'inverse, forcer une capacité, qui s'ignore ou se dénie, à se reconnaître et à développer toutes les conséquences de cette reconnaissance. Le premier acte s'appelle abrutissement, le second émancipation. (...) L'instruction est comme la liberté elle ne se donne pas, elle se prend."

Car... AU terrible interrogatif impossible à conceptualiser QUI VIT , impuissant et heureux, dans les silences de la solitude de nos profondeurs on peut essayer de donner un ECHO seulement si on ESSAYE de lui donner une VOIX ...

Au delà du seuil surveillé de la faute et de la honte... de l’intégration dans un marché, du profit d’un gain ou d’une reconnaissance sociale.

Même un graffiti sur un mur ou sur la porte des latrines, une phrase sur une pancarte brandie par une "singularité plurielle et quelconque", dénouée d’appartenances trop affichées dans une manif, nous aident à réfléchir -et parfois déchirent des nouveaux horizons, peut-être évidents, mais jusque-là restés en "blanc", simples bruits parasites...-nous projetant vers une con-naissance démocratique... Inhérente à la nature et à tout objet lui faisant partie.

Une Con-naissance qui n’est pas une possibilité en plus, ni un choix, mais une fonction du vivre, essentielle, comme celle de la respiration, et qui cherche la vraie liberté dans une libération à l’égard de la loi.

(Et) qui puisse intégrer les sagesses analogiques anciennes et la compréhension scientifique moderne, vers une ré-alis-ation de l’être profondément connecté au tout.

Où l’"ici et maintenant" fusionnent avec d’autres lieux et temps lointains.

Comme l’unité holographique qui contient en soi la matrice de l’information totale du système dans laquelle elle est incluse

C’est pourquoi, dans un univers de médiation en lequel chacun sert partiellement de moyen aux autres, pour "réduire l'hétérogénéité, à un niveau supérieur" (Deleuze), se raconter et se deviner les uns les autres,- sans se considérer à part.-

Avec "le sentiment aristocratique de l’égalité avec tout ce qui vit" , comme disait Pasternak.

Pour re-donner à la politique la dimension d’un art, d’une gnose, et pourquoi pas d’un salut...

Oeuvrant dans une réalité éclairée par le présage de son devenir...

Avec une conscience de soi qui est en même temps la conscience de l’existence même...

Et qui veille, pour le moment, dans les marges et dans l’urgence...

...De la lumière incohérente à la lumière cohérente...

.... Quand l’exception était la règle... une règle non conventionnelle...

(Rien à voir, bien sûr, avec "l’état d’exception", dans lequel vive actuellement la majorité des sociétés occidentales et non...)

 

Interagir/intro-agir dans un espace des possibilités ou des potentialités , un "espace d’Hilbert, comme diraient certains physiciens. Dès lors, l’univers suggère le plus l’idée d’une imposante pensée que d’une écrasante machine ... Une unité globale organisée d’intro/relations entre éléments, actions, individus...

Et alors, si l'évolution est une évolution qui élargit de plus en plus la matière psychique de l’être humain, comme disent certains philosophes; et s’il existe une analogie entre le système psychique et le système quantique, comme affirment certain scientifiques, de la même manière la matière psychique est matière quantique. Matière qui devient esprit; alchimie mystérieuse de ce qui est, n'est pas et devient. dans une évolution qui augmente de plus en plus la matière psychique de l'homme. . .

Le sacré donc, auquel milliers d’années d’histoire criante se sont frotté, à travers l‘agencement inconsidéré d’intuitions, con-naissances, pres-sentiments originaires et divers, profanés et institutionnalisés, faussés et fléchis, jusqu’à trans-former le spirituel en l’instrument infecte et perverti de l’esclavage des consciences.

L’entendement lucide de la mystification immémoriale de ce primordial de la part de certaines d’entre elles ....ne suffit pas à les libérer de la logique souveraine sous-jacente à l’imposture , celle d’un dualisme solide et enraciné, responsable de surcroît de l’escamotage ultime cartésien qui a offert sur un plateau d’argent à une science et à une politique "sans âme", sans grâce, sans désintéressement...une connaissance et une vision du monde mécanique/mécanisé et aveugle à l’extrême pauvreté et aux abus de l’humain sur l’humain... Qui exclue de la vie ce qu’on a vécu et de la compréhension ce qu’on a compris...

Et ce n’est donc pas un hasard que notre dernier manifeste/anti-manifeste joue avec Dada, dans l’implication conjointe de l’op-position vive à l’absurdité meurtrière de la politique contemporaine et l’expression artistique déployée sur des plans inhabituels, Dans une vision anarchique pure de l'existante, qui défait toute possibilité d’une politique conçue comme puissance d’un seul sur plusieurs ou de plusieurs sur plusieurs... dans une volonté de re-ve(ni)r à un affect primordial, à travers le plus grand acte de création, celui de la re-construction de soi même et des autres comme êtres finalement libres ... à travers une pratique de ré-cré-ation inévitablement liée à l’in-ter-vention r-évolutionnaire dans le quotidien...

En quête d’explosion spirituelle , - "les non-dupes errent", disait Lacan- nous vagabondons alors , comme les planètes, d’une offre politique-poétique-artistique à l’autre; aucun parti, aucune mouvance, aucun groupe, interdits de la densité de l'événement, ne pouvant vraiment nous satisfaire, avec leur caractère d’inassignation aux discours, grégaire ... et non syntropique...

Pour la raison que le danger, en art comme en politique - ergo, dans la vie - c’est justement celui de se laisser engloutir dans la logique d’un geste de pouvoir qui se saisit lui même en termes d’appropriation ou d’expropriation, aussi quand on poursuit un chemin qui se veut alternatif ...

Ainsi ce qui pourrait sur-venir ce ne sont que des mots, comme dirait Beckett , des mots qui essayent d’instaurer une relation nouvelle avec les choses, fondée sur la ré-écriture de l’ir-réalisé et préservée des griffes de l’"utile"...

S’étonner des signes dans le don révélateur de représentations incessamment en cours de remotivation, de correspondances pérégrines, creusées dans les mots... pour assumer et supporter, poétiquement et politiquement... cette question, dette, inquiétude, manque, qui depuis toujours, est "en soi" de celui qui parle " par poésie "... lucide d’être...con-naissance encore dans les limbes...

Partant, en face d’un capitalisme informationnel qui nous laisse croire à une liberté comme nécessité de choisir - c’est-à-dire de renoncer - amener au langage ce dont il nous prive de présence et de vie; remontant de l’affect à la parole, transmettant les vécus, le mystère et l'émotion qui la précèdent... et qui la rendent possible... cette parole...

Du moment que l'ensemble des moyens d'expression coopèrent à la construction du monde, pas simplement à son interprétation ...

Pour nous, c’est ça l’art, la poésie, la poïétique, la politique... : la multiplication des possibilités de la révélation/r-évolution à travers la vocation évocatrice et subversive du mot. Son outrage, son aller au-delà de l’ordre constitué des significations... son être livré à quelque chose qui sans cesse se refuse ... l’inobservable... l’inapparent... l’insaisissable...

Et, "n’y renoncer, sous aucun prétexte"...



¤ Le premier manifeste/antimanifeste "Cyberethnodada" a été présenté en 1996 à la Galerie Communale de Créteil, et signalé sur la presse italienne (Il Mattino, Corriere della sera...), française (Radio Nova, Radio Aligre, Nova Magazine, Le Républicain, Art Presse, Officiel des arts...), américaine ( Night, New York Art...)


* Depuis 1977, entre Gutenberg et McLuhan, le groupe Extrême Jonction, ou les chaosonautes du réel caché,
formé par Angelo Ermanno Senatore (peintre/ poète/performer/chercheur interdisciplinaire) et Eva Rachele Grassi ( philosophe /poète),
sur les traces de Leonardo da Vinci, père de l'interdisciplinarité,
et sur les pas des avant-gardes (dada, futuriste, situationniste, cobra, actionniste, fluxus...)
et traversant, en la ré-interprétant, l'esthétique relationnelle,
surfe toujours , au gré des vicissitudes individuelles et communes,
entre l'équipe inter-média d'artistes chercheurs - vouée au "partage du sensible" -
et l'individuation psychique collective et sociale .
Oeuvrant pour un futur possible de l'eutopie, dans ce moyen âge technologique de passage.
Persistant à se consacrer à l'alchimie des mots, des formes , des couleurs, des sons, des "actions"...
Contribuant à préparer les éléments qui bientôt permettront d'investir l'avenir.
TOUS ensemble...
Dans l'"extrême jonction" des différentes sensibilités...
à travers la "jonction immédiate" de toutes les catégories de r-ésistants:
artistiques, culturelles, politiques, sociales ...
Une "grande alliance" des ecologies sociales des esprits; pour réfléchir à une autre boîte à outils,
pour re/construire (en dé/construisant) un art, une culture des devenirs r-évolutionnaires...
Prouvant avant tout sa propre présence au présent...

 

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21 décembre 2006 4 21 /12 /décembre /2006 12:36

 

MANIFESTO/ANTIMANIFESTO CYBERDADA N.2¤

Intestimoniabile/Interminabile/Insoppo
rtabile

...Eutopia...

di una Extrême Jonction*

 

"La filosofia non serve a nulla, dirai; ma sappi che giustamente perché priva di ogni legame di schiavitù essa é il sapere più nobile"(Aristotele)

"Possiamo essere liberi solo se tutti lo sono" (Hegel)

"L’ora del crimine non rintocca nello stesso momento per tutti i ,popoli. Cosi’ si spiega la permanenza della storia." (Cioran)

"La poesia deve essere fatta da tutti, non da uno solo" (Lautréamont)


 

 

 

 

Sperimentare l’accesso all’inaccessibile...

Ri-generarando il transfinito a partire dal finito

Pensando per concetti come il filosofo, per funzioni come lo scienziato, e ancora, e al di là... per sensazioni, affetti, flussi, come l’artista, il poeta...

Per sol-levarsi verso la ri-voluzione evoluzione...

In questa zona fiammeggiante dell’in-decifrabile...incessante/mente..." trans/formare l'"l’in/form/azione...

E, come una rete senza giunture, evolvere, non in uno spazio che contiene la cosa...ma con uno spazio formato intimamente dalla cosa in sé. Essendone il movimento.

Una singolarità che implica il "comune" di un pensiero analogico-sintetico.

Uno s-correre che le frontiere e i vecchi codici di appartenenza del pensiero logico-analitico non potranno arginare.

Queste traiettorie di forme metamorfiche, profondamente coscienti dei pregiudizi culturali, rendendo progressivamente inutilizzabili le strutture, ormai obsolete, che pretendono poter descrivere i meccanismi operazionali del mondo, stimolano intensamente lo sforzo creativo, e suggeriscono... sottili e inafferrabili...av/venture di esseri pre/liminari...

Che osano ergersi contro tutte le evidenze del giorno...

Su una via ‘apofatica ‘che produce il proprio antidoto liberatore alle costrizioni delle pareti positiviste, opache e insormontabili, della visione ordinaria delle cose...

 

Nel dicembre 2001, cento scienziati contemporanei, Premi Nobel hanno partecipato al "Peace Prize Centennial Symposium" e hanno fatto una dichiarazione. "Il pericolo più profondo per la pace nel mondo nei prossimi anni", hanno detto, "non deriverà da atti irrazionali di stati o di individui ma dalle domande legittime degli spodestati del mondo ... se allora permettessimo alla potenza devastante delle armi di espandersi attraverso questo paesaggio umano infiammabile, noi provocheremmo una con/flagrazione che potrebbe travolgere (inghiottire) sia "ricchi che poveri". Gli scienziati hanno concluso; "Per sopravvivere nel mondo che noi abbiamo trasformato, dobbiamo imparare a pensare in un modo nuovo." (Laszlo E., Oltre la crisi. )

 

Irrimpiazzabile allora il gesto evolutivo di fusionare i diritti umani: l’"Habeas corpus" al riconoscimento e alla protezione della coscienza individuale in tutte le sue forme: l’"Habeas animam".

Precisamente tentati da questa necessità, assistiti dall’Angelo del "retournement" e scortati dall’originaria intuizione di un orizzonte cosmologico da conquistare-assolutamente-il nostro gruppo* si é attribuito, come problema poietico, l’opera esistenziale di abbracciare, nello spazio del proprio destino singolare e comune, la pratica- dell’"extrême jonction"...

...Fra...la cura del sé e il distacco da sé; fra una filosofia della coscienza e una filosofia della creazione; fra l’individuale e il collettivo; fra la rivolta e la rivoluzione; fra la soggettivazione e la desoggettivazione; fra il sociale e il politico; fra un principio individuale e personale e un principio impersonale, non individuale; fra la fatalità di chiusura e di smarrimento e un altrove virtualmente paradisiaco; fra un virtuale e un attuale; fra il singolare e l’universale...fra il diritto e il rovescio; fra l’interiore e l’esteriore; fra l’animus e l’anima; fra la solitudine e la ri-unione; fra il silenzio e il linguaggio; fra l’aperto... e il fuori..fra l’intuizione e il concetto.

Fra il nastro di Möbius e il labirinto...

Ancora e infine, fra comprensione analogico/sintetica e giudizio logico/analitico...

Verso... una riflessione a spirale che, inesauribile, s’e/leva su se stessa; si spinge in un lontano propizio; turba e de/compone le evidenze fino a sfiorare lo spirito profondo ... della complessità...

Attraverso un dialogo esteso, un’intenzione in tensione, una impensabilità ininterrotta...

Nella speranza di una parola di emergenza,di ef-fusione, d’imprevisto...
Una parola poetica che s-copre, cercando...

Per non abdicare, pensiero dopo pensiero...

Allora, dalla pagina scritta alla ri-unione del collettivo, dalla manifest/azione all’atelier, continuare ad interrogarsi camminando.... Senza rassegnarsi ad accettare l’ambivalenza ineludibile delle cose... ma pittusto esercitarsi a "jonction(s)" - senza sottrazioni- per approdare a sinfonie che guidano all’intro-comunicazione, l’intro-azione,l’intro-connessione degli extrême(s)...

Inquisire, sondare, indagare -infaticabili- in im/prese r/esistenti... Alle separazioni, agli antagonismi, alle frammentazioni, che, testardamente e con uno sguardo che non fa che interrogare un esteriore, ancora persistono a manovrare le relazioni complesse fra scienza, cultura, società. Imbavagliate da interdetti psicologici e limitate in artifizi arbitrari.

 

Audace scommessa del discorso poetico...creatore di spazi, sentinella della realtà nascosta...

...Qualcosa che va al dilà di tutte le considerazioni dell’"arte per l’arte" o dell’"arte per la bellezza", qualcosa che include e riconcilia, ancora una volta, le due tendenze e la loro opposizione. Una dilat/azione che pres-agisce senza tregua altre presenze, altri ir-realizzati più arcani o intimi, un di-venire che é alla ricerca di un’anima dietro le cose e gli esseri, lo spirito e i suoi poteri, e che potrebbe essere il luogo inesauribile di un’arte ancora più emblematica, penetrante... Un’apercezione comune in continuo scambio. Estetica, spirituale, sociale...Il compito d’ognuno, l’attività pro-duttiva - poietica- per eccellenza... L’impegno più alto quando é autentico...

In un campo d’inf/orm/azioni attive, finemente e finalmente intrecciate. In cui delle singolarità si manifestano perché cio’ crea il senso che le costituisce individualmente e collettivamente. Aprendo il campo del pensiero al di là della società del lavoro e della produzione, rinforzando la disposizione al dono "dovuto" e alla gratuità, verso una economia al servizio della cultura e della realizzazione del sé...

Degli esseri, Pre-liminari, in questa preistoria di società a venire... Che sfidano la logica e aprono la strada al pensiero analogico... Coscienti che il dovere fondamentale dell’umano sia quello di agire perché ognuno, senza eccezione, possa vivere la propria unicità, nel pieno sviluppo della Conoscenza...

Conciliando la realizzazione della propria auto-creazione con quella degli altri...

Un sapere della molteplicità e della possibilità inaudita, della metamorfosi, di un infinitamente aperto, da sempre iscritto nel nostro stesso corpo, e nel quale finalmente trovare dimora ...

Trasmettitori-ricevitori-trasformatori, che non hanno fatto compromessi con la storia, con la sua idea d’ordine e di disordine, di separazione e di segregazione; chiamati a s-velare le caratteristiche più segrete dell’essere... A costruire, piuttosto mettendo in comune...

Restando desti - ad ogni istante- al pensare, al sentire; al di là della soglia delle accumulazioni e dei condizionamenti...

Non per ottenere , bensi’ per ri-scoprire e ri-conoscere...

Un lontano talmente vicino... Se soltanto si riuscisse a com-prenderlo... Congedando il non talmente inconsapevole modello dualista e lineare...

Alcuni affermano:" Il pensiero non puo’ essere rivoluzionario che a condizione che gli attori delle lotte possano appropriarsene"... Pur condividendo tale affermazione, aggiungeremmo che, per essere veramente rivoluzionario, più ci "si sollecita" perché un linguaggio divenga maggiormente polisemico, quasi poetico, più si avrà la possibilità di avvicinarsi alla com-prensione della complessità che noi stessi -poveri, militanti, artisti- siamo. Constatando cosi’ il potere che puo’ avere l’in/form/azione di trionfare di fronte alla forza pura e riportare l’autorità del sapere, giustamente, alla condizione poetica di ogni trasmissione di parola.

Poiché, come afferma Jacques Rancière:"Non esiste ignorante che non conosca una moltitudine di cose, ed é proprio su questo sapere, su questa capacità in atto che ogni insegnamento deve fondarsi. Istruire puo’ dunque significare due cose esattamente opposte: confermare una incapacità nell’atto stesso che pretende ridurla, o al contrario, forzare una capacità che s’ignora o si nega, a ri-conoscersi e a sviluppare tutte le conseguenze di questo riconoscimento. Il primo atto si chiama abbrutimento, il secondo emancipazione.(...) L’istruzione é come la libertà; essa non si dona, si prende."

Perché...al terribile interrogativo impossibile da concettualizzare e che vive, impotente e felice, nei silenzi della solitudine delle nostre profondità si potrà cercare di dare un eco solo cercando di dargli una voce...

Al di là della soglia sorvegliata della colpa e della vergogna...dell’integrazione in un mercato, del profitto di un guadagno o di un riconoscimento sociale.

Anche un graffiti su un muro o sulla porta delle latrine, una frase su un cartello sbandierato da "una singolarità plurale e qualsiasi", elettrone libero , sciolto da appartenenze troppo manifeste in un corteo, ci aiutano a riflettere e a volte, squarciando nuovi orizzonti, forse evidenti, ma fino a quel momento restati "in bianco", semplici rumori parassiti... ci proiettano verso una conoscenza democratica... Inerente alla natura e ad ogni elemento che la costituisce.
Una conoscenza che non sia una possibilità in più, né una scelta, ma una funzione di vivere, essenziale come quella della respirazione, e che cerca la vera libertà in una liberazione di fronte alla legge.
Che possa integrare le saggezze analogiche antiche e la comprensione scientifica moderna, verso una realizzazione dell’essere profondamente connesso al Tutto.

Dove "il qui e l’ora" fusionano con "altri" luoghi e "altri" tempi...

Come l’unità olografica che contiene in sé la matrice dell’informazione totale del sistema nel quale é inclusa.

 

Percio’, in un universo di mediazione nel quale ognuno serve parzialmente di mezzo agli altri,"per ridurre l’eterogeneità, a un livello superiore" (Deleuze), raccontarsi ed indovinarsi gli uni agli altri, senza considerarsi a parte.
Con "il sentimento aristocratico dell’uguaglianza con tutto cio’ che vive", comme diceva Pasternak.

Per ri-donare alla politica la dimensione di un’arte, di una gnosi, e perché no di una liber/azione... Agendo in una realtà illuminata dal presagio del proprio divenire...

Con una coscienza di sé che é nello stesso tempo la coscienza dell’esistenza stessa...

E che veglia, per il momento, nei margini e nell’urgenza...
Dalla luce incoerente alla luce coerente...

 

...Quando l’eccezione era la regola...una regola non convenzionale...

(Niente a vedere, chiaramente, con lo "stato d’eccezione", nel quale vive attualmente la maggioranza delle società occidentali e non...)

 

Interagire, introagire in uno "spazio di Hilbert", come direbbero alcuni fisici.

D’altronde, l’universo suggerisce di più l’idea di un imposante pensiero che di uno schiacciante dispositivo...

Una unità globale organizzata da intro/relazioni tra elementi, azioni, individui... in un’evoluzione che aumenta ad ogni istante la materia psichica dell’uomo.

 

E allora, se l’evoluzione é un’ evoluzione che aumenta la materia psichica dell’essere umano, come affermano alcuni filosofi; e se esiste un’analogia fra il sistema psichico e il sistema quantico, come asseriscono altri fisici, nello stesso modo la materia psichica é materia quantica. Materia che diviene spirito; alchimia misteriosa di cio’ che é, non é , e diviene...
Il sacro dunque, al quale migliaia d’anni di storia vociante-deformante hanno sottratto,  inconsiderata/mente, intuizioni, conoscenze, pre-sentimenti originari e diversi. Profanando e istituzionalizzando, falsando e incurvando... Fino a trasformare lo spirituale nello strumento infetto e pervertito della schiavitù delle coscienze.

L’intendimento lucido della mistificazione immemoriale di questo primordiale da parte di alcune fra queste...non basta a liberarle dalla logica suprema sottostante all’impostura, quella di un dualismo solido e radicato, responsabile per di più dell’astuzia ultima cartesiana che ha offerto su un piatto d’argento ad una scienza e ad una politica "senza anima", senza grazia, senza disinteressamento... una conoscenza e una visione del mondo meccanica/meccanizzata e cieca all’estrema povertà e agli abusi dell’umano sull’umano... Che esclude dalla vita cio’ che si é vissuto e della comprensione cio’ che si é compreso.

Non é dunque un caso che il nostro ultimo manifesto/anti/manifesto insista a giocare con dada, nell’implicazione congiunta dell’opposizione viva all’assurdità assassina (mortifera) della politica contemporanea e l’espressione artistica dispiegata su piani inusitati. In una visione anarchica pura dell’esistente, che impedisce ogni possibilità di una politica concepita come potere di uno solo su molti o di molti su molti... In una volontà di ri-tornare ad un affetto primordiale, attraverso il più grande atto di creazione , quello della ri-costruzione di se’ tessi e degli altri come esseri finalmente liberi... Attraverso una pratica di ri-creazione inevitabilmente legata all’in/ter/venzione ri-e-voluzionaria nel quotidiano...

 

In cerca di esplosioni spirituali, - i non stolti vagano- ( Lacan), Extrême Jonction vagabonda allora, come i pianeti , da un’offerta politica, culturale, artistica, sociale ... all’altra; nessun partito, nessun gruppo, nessuna corrente, nessuna "mouvance" potendo veramente soddisfarlo, con il loro caratttere di inassegnazione al discorso, gregario e non sintropico...

Per il motivo che il pericolo, in arte come in politica - ergo, nella vita- é giustamente quello di lasciarsi inghiottire nella logica di un gesto di potere che coglie se tesso in termini di appropriazione e di espropriazione, anche quando si segue un percorso che si vuole alternativo....

Cosi’ cio’ che potrebbe soprav-venire non sono che parole, come direbbe Beckett, delle parole che cercano di instaurare una relazione nuova con le cose, fondata sulla ri-scrittura dell’irr-realizzato e preservata dagli artigli dell’"utile"...

Meravigliarsi dei "segni", nel dono rivelatore di rap-presentazioni incessante/mente in corso di rimotivazione, di corrispondenze peregrine, scavate nelle parole ... Per assumere e sop-portare, poeticamente e politicamente... questa domanda, debito, irrequietezza, mancanza, che da sempre , é" nel sé" di colui che parla per poesia... Lucido di essere ... conoscenza... ancora nei limbi...

Dunque, di fronte a un capitalismo in/formativo che ci lascia credere ad una libertà come necessità di scegliere, -cioé di rinunciare- portare al linguaggio cio’ di cui ci priva di presenza e di vita; rimontare dall’affetto alla parola, trasmettendo il vissuto, il mistero e l’emozione che la precedono... e che la rendono possibile...questa parola...
Dal momento che l’insieme dei mezzi d’espressione cooperano alla costruzione del mondo, non semplicemente alla sua interpretazione...

Per noi, é questa l’arte, la poesia, la poietica, la politica...; la molteplicità delle possibilità della rivelazione/ri-evoluzione attraverso la vocazione evocativa e sovversiva della parola. Il suo oltraggio, il suo oltrepassare l’ordine costituito dei significati... Il suo essere affidato a qualcosa che continuamente si rifiuta... L’inosservabile...l’inapparente...l’impercettibile...

 

E, "n’y renoncer, sous aucun prétexte"...


 

 

¤ Il primo manifesto/antimanifesto "Cyberethnodada" é stato presentato nel 1996 alla Galleria Comunale di Créteil (Paris), e segnalato sulla stampa italiana (Il Mattino, Corriere della sera...), francese (Radio Nova, Radio Aligre, Nova Magazine, Le Républicain, Art Presse, Officiel des arts...), americana ( Night, New York Art...)



*Dal '77, tra Gutenberg e McLuhan, il gruppo Extrême Jonction, o i Caosonauti dell'inespresso,
formato da Ermanno Angelo Senatore (pittore/ poeta/ performer/ "chercheur" interdisciplinare) et Eva Rachele Grassi ( filosofo /poeta),
sulle tracce di Leonardo Da Vinci, padre dell'interdisciplinare,
e sui passi delle avanguardie (dada, futuristi, situazionisti, cobra, azionisti, fluxus...)
e attraversando, re-interpretandola, l'estetica relazionale,
naviga ininterrotta/mente, secondo le vicissitudini individuali e comuni,
tra l'équipe inter-media d'artisi ricercatori- votata al "partage du sensible"-
e l'individuazione psichica collettiva e sociale.
Operando per un futuro possible dell'"eutopia", in questo Medio Evo tecnologico di passaggio.
Persistendo a consacrarsi all'alchimia delle parole, delle forme, dei colori, dei suoni, delle "azioni"...
Contribuendo a preparare gli elementi che , presto, permetteranno di investire l'avvenire.
TUTTI insieme...
Nell'"extrême jonction" delle differenti sensibilità...
con la "jonction immédiate" di tutte le categorie di r/esistenti; artistiche, culturali, politiche, sociali...
Una "grande alleanza" delle ecosofie sociali ; per ri-flettere ad un'altra "boîte à outils",
per strutturare (di-strutturando) un'arte, una cultura dei divenire ri(e)voluzionari...
Provando innanzitutto la propria presenza al presente...



 

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20 décembre 2006 3 20 /12 /décembre /2006 00:00
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